Una questione di semplice matematica

Nelle loro argomentazioni contrarie all’art. del ROD volto a favorire la scelta del prepensionamento da parte dei dipendenti comunali (vedi laRegione del 16 novembre scorso) i referendisti ironizzano sulla possibilità che un prepensionamento possa portare vantaggi sia a chi ne beneficia sia all’intera comunità.

In realtà un’analisi serena della questione dimostra che le cose stanno proprio così.

In primo luogo perché la scelta di un dipendente di anticipare il pensionamento crea vantaggi di carattere generale: favorisce il ricambio del personale; riduce il rischio di prolungate assenze per malattia; anticipa la creazione di posti di lavoro qualificati.

In secondo luogo – ed è proprio quello che i referendisti non capiscono o fingono di non capire – perché ciò non crea alcun maggior costo per i contribuenti, ma genera addirittura un risparmio per il Comune. Questo perché il sistema salariale in vigore prevede automaticamente che, a parità di funzione, salari e oneri sociali aumentano con l’età del dipendente. La sostituzione di un dipendente che opta per il prepensionamento comporterebbe quindi automaticamente un risparmio, che compenserebbe ampiamente il contributo straordinario versato al fondo pensionistico del partente.

La scelta di anticipare il pensionamento è però ovviamente possibile solo se la conseguente e inevitabile penalizzazione a livello di rendita, non risulta essere insostenibile. Ed è proprio questo che giustifica il contributo previsto dall’art. 71bis, il cui scopo è quello di ridurre parzialmente tale perdita. Permettendo quindi ai dipendenti di sfruttare concretamente un’opportunità che altrimenti resterebbe puramente teorica.

L’alternativa al versamento di un contributo a chi opta per il prepensionamento non sarebbe quindi una minor spesa per il Comune, ma …nessun prepensionamento. Vale a dire nessun vantaggio, per nessuno, e maggiori costi per il Comune. Niente trucchi o poteri magici. Solo semplice matematica.

Su di una cosa i referendisti hanno invece ragione: i casi in cui verrebbe applicato questo nuovo articolo del ROD “saranno ben pochi”.

Un motivo in più per domandarsi se fosse davvero necessario indire in merito un referendum e per ritenere che le vere motivazioni di questa operazione hanno poco a che vedere con i reali contenuti – assai pragmatici e ragionevoli – dell’articolo votato dalla maggioranza del Consiglio comunale, approvando la proposta contenuta nel rapporto commissionale firmato dai rappresentanti di Lega-UDC e PLR.

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